Convegni
01 Dicembre 2019Coordina Gianni Verga (CIAM)
Apertura dei lavori
Gabriele Barucco (Consigliere regionale, relatore PdL Rigenerazione): quella di oggi è un’occasione importante, dopo l’approvazione di una legge coraggiosa, che pone il cittadino al centro di una tematica ad alto livello sociale, con il tema degli immobili abbandonati e del relativo costo e danno per la società e per i Comuni. L’iter che ha portato all’approvazione della legge è stato complesso, con un approfondito e costruttivo confronto con gli operatori e tra tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio. In questa legge ci sono importanti risvolti ambientali, quali il minore consumo di suolo, il recupero dell’edificato esistente, la riqualificazione delle città (es. di Porta Nuova a Milano, oggi vetrina della città). C’è anche un tentativo di semplificazione per favorire le operazioni di rigenerazione e il rafforzamento del ruolo dei Comuni, con una leva fiscale dedicata. È questa una bella pagina di condivisione tra tutte le forze politiche, che ringrazio, insieme all’Assessore Foroni e alla squadra tecnica di Consiglio e Giunta. È una legge innovativa in Italia e rappresenta una leva per la trattativa con lo Stato sull’Autonomia. La norma finanziaria è limitata (2 M€ in due anni), ma siamo all’inizio di un lungo percorso, mirato all’instaurarsi di meccanismi di economia circolare.
Mauro Guerra (Presidente ANCI Lombardia): questa legge è l’esito di un percorso di collaborazione, che porta opportunità e indicazioni strategiche. Nuovo tassello rispetto al contrasto al consumo di suolo, integrando la l.r. 31/2014 con diverse azioni, incentivi e forme di collaborazione tra enti, nel quadro di una governance multilivello che valorizza il partenariato pubblico/privato e gli strumenti di Programmazione Negoziata. Ci sono importanti elementi di semplificazione e flessibilità utili per dialogare con le logiche di mercato. Apprezzabile anche lo sforzo di allineamento della l.r. 12/2005 con le modifiche apportate al Testo Unico Edilizia. Ulteriore lavoro da fare sulla revisione organica della legge 12, anche in chiave di ulteriore semplificazione e di coerenza con il quadro nazionale; c’è l’esigenza degli Enti Locali di una razionalizzazione delle procedure urbanistiche, con tempi certi e più rapidi. L’approvazione della legge sulla Rigenerazione è l’avvio di un processo complesso, da gestire rispettando i diversi ruoli, garantendo ulteriori fasi ascolto e partecipazione e con il monitoraggio dell’efficacia delle misure applicate. Rimane qualche preoccupazione rispetto al ruolo dei Comuni, tenuto conto della elevata “biodiversità” lombarda (numerosità dei Comuni, soprattutto di quelli piccoli e medi, con situazioni territoriali e socio-economiche diversificate); importanza dei piani associati, da valorizzare maggiormente, soprattutto per la gestione delle tematiche di rigenerazione. C’è la necessità di sostegno e accompagnamento tecnico ai Comuni, oltre che di risorse: positiva in questo senso la sperimentazione effettuata con Regione sui centri di competenza. Attenzione anche per le deroghe alla Pianificazione urbanistica ed edilizia, che richiedono conferma dell’impianto della 12 (coprogettazione e copianificazione, ma con responsabilità conclusiva dei Comuni sul proprio territorio), e attenzione nella fase attuativa della legge. Ci sono implicazioni economico finanziarie (ad es. oneri di urbanizzazione, costi di costruzione, contributi) da non caricare solo e soprattutto sulle casse comunali: occorre salvaguardare le entrate comunali e la loro autonomia e discrezionalità (con la negoziazione sui PII e la differenziazione delle premialità), con particolare attenzione per la città pubblica (Piano dei Servizi), da non indebolire. ANCI ha in corso l’Accordo con Regione per i centri di competenza a supporto dei comuni, ma occorre mantenere attivo il confronto, anche sui provvedimenti attuativi. Importante anche un piano di formazione adeguato e il sostegno in chiave di piani associati, con relativo monitoraggio degli effetti della legge sul territorio. Il contributo di ANCI è assicurato.
Pietro Foroni (Assessore Territorio e PC, Regione Lombardia): questo convegno, a valle dell’approvazione della legge, conferma la promessa fatta un anno fa in analoga situazione, dell’approvazione della legge sulla rigenerazione entro l’estate. Il processo si è un po’ allungato, ma si tratta di una legge fortemente ragionata, partita dall’esigenza di coerenza con la programmazione regionale, soprattutto sul tema del Consumo di Suolo (affrontato con la l.r. 31/2014), a integrazione della normativa sulla pianificazione e focalizzando sul tema della convenienza di recuperare l’esistente, unica leva davvero efficace contro il Consumo di Suolo. Il Settore edilizio, importante per la Lombardia e duramente provato dalla crisi, necessita di un rilancio coerente con la vision delle Pianificazione urbanistica. La qualità dell’ambiente costruito (ambiente ordinato) influisce significativamente sulla percezione della qualità della vita e il suo degrado influenza fortemente i comportamenti delle persone (esempio dei finestrini rotti). Questa legge rappresenta il tentativo di creare le condizioni e la prospettiva per intervenire sul degrado urbanistico: la complessità della Lombardia ha reso complessa la definizione della Legge, che ha dovuto tener conto delle diverse realtà (Milano, che ha dinamiche proprie, i capoluoghi di provincia, i piccoli borghi, le aree montane, i laghi e la pianura). C’era la necessità di armonizzare l’impatto immediato della normativa con la necessaria autonomia delle scelte locali, anche per garantire l’immediata operatività ed efficacia della norma, a differenza della l.r. 12/2005 che, pur valida, è andata a regime in un mondo già molto diverso da quello in cui era stata concepita. Questa è anche una legge tagliatasse e taglia burocrazia, unica nel panorama italiano, sia per la tematica affrontata che per l’impostazione di semplificazione e riduzione dei tributi: non si tratta di sottrarre risorse ai Comuni, ma piuttosto di favorire le entrate, anche se ridotte, provenienti da operazioni che altrimenti non ci sarebbero state; il bilancio netto sarà quindi positivo. Questa legge comunque salvaguarda le previsioni di entrate per trasformazioni avviate prima della sua entrata in vigore e quindi non turberà le previsioni di bilancio dei Comuni. Il principio dell’indifferenza funzionale (per le destinazioni d’uso), seppure calmierato per evitare distorsioni (con soglie per favorire le piccole realtà, anche commerciali), sarà importante per facilitare le operazioni, con possibilità per i Comuni di disciplinarlo a loro volta con maggior dettaglio. Importante anche il bonus volumetrico (20%) legato alla qualità dell’intervento di recupero (sulla base di criteri che verranno definiti con prossima deliberazione regionale, che verrà condivisa con ANCI e gli stakeholder), con possibilità per i Comuni di escludere il bonus per particolari aree o immobili. Importante anche il tema edifici dismessi e degradati (critici). Questa legge è l’esito del massimo sforzo possibile, ma resta aperta la possibilità di un suo miglioramento futuro, anche in base ai risultati della sua applicazione.
Rigenerazione: il contesto e le sfide
Luigi Casillo (Conduttore e inviato Sky TG24): ruolo di osservatore esterno, con un punto di vista non tecnico sulla legge. Interessante, in particolare, il termine “rigenerazione”, adatto ai tempi. Per meglio mettere a fuoco le opportunità e le esigenze legate alla legge, sono importanti gli interventi dei tre prossimi relatori: Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, esponente del mondo dell’ingegneria e, in particolare, dei trasporti; Marco Lombardi, sociologo dell’università Cattolica di Milano ed esperto di sicurezza urbana); Edoardo Croci, economista della Bocconi con esperienza anche come amministratore del Comune di Milano.
Ferruccio Resta (PoliMI): focus sui temi della qualità urbana e sui tempi di attuazione degli interventi. Ruolo dell’Università, come attore di rigenerazione del proprio territorio: localizzazione originaria delle Università fuori dalle città (com’era Piazza Leonardo da Vinci negli anni ’20), intese come funzioni differenziate dalla città, mentre oggi sono sempre più integrate nel tessuto urbano. Tema dell’attrattività, per conservare il capitale umano sviluppato all’interno dell’università, una ricchezza anche per il territorio circostante, il che rende necessario essere protagonisti della trasformazione, anche urbanistica, oltre che dell’innovazione. Quindi l’università è un attore importante della rigenerazione, sia per i propri spazi da riqualificare che per i servizi sul territorio che questi spazi determinano. La lotta al Consumo di suolo deve essere coniugata con le esigenze di costruzione. Ci sono diversi esempi di sviluppo della città legati alle Università (per Milano, PoliMI, Cattolica, Bocconi, IULM). Tendenze: vivibilità, luoghi per lo studio e per l’aggregazione, con aree verdi che ridisegnano la città (Masterplan del PoliMI). Esempio della riqualificazione di Piazza Leonardo da Vinci e delle aree interne al Politecnico, con nuova visione della mobilità (e quindi minore necessità di parcheggi per le auto), il nuovo progetto di Renzo Piano al Campus Leonardo, con piazze verdi sopra alle aule. Esempio di Bovisa, che ha recuperato una funzione industriale dismessa per l’utilizzo universitario. Il PoliMi contribuisce anche alle trasformazioni della città al di là delle proprie esigenze, sia come consulenza per le trasformazioni che per le residenze universitarie, inserite in contesti rigenerati che contribuiscono ad animare la città. Collaborazione con Regione e Comune di Milano per la valorizzazione dell’area gasometri a Bovisa: recupero per funzione innovativa e ricreativa (sport). Attenzione alla velocità delle trasformazioni, da cogliere al volo, sempre per garantire l’attrattività.
Marco Lombardi (Uni Catt): esempio della Caserma Garibaldi come naturale evoluzione per la crescita dell’Università Cattolica, anche se con procedura molto complessa. Ruolo delle università, iniziate come satelliti, poi inglobate nella città e ora nodi di una rete sempre più densa. Scenario complesso, fatto da una scena che orienta i movimenti degli attori che la abitano e il sistema di relazioni, che influenzerà l’attrattività dello spazio urbano del futuro. Esempio del progetto “Mapping San Siro” (PoliMI e UniCatt, www.sansirostories.com) che ha analizzato il quartiere da diversi punti di vista per definire un nuovo scenario complesso. Oggi si parla più di governance degli ecosistemi, in cui hardware e software (e risorse umane) convivono. Si è passati dalla “riqualificazione” degli spazi urbani alla “rigenerazione”, che implica un nuovo afflato creativo (“generazione”) e che indica una nuova direzione e un nuovo modo di pensare collettivo e innovativo (soluzioni creative per la rigenerazione). Attenzione per l’inclusione sociale, con la ricostruzione di reti sociali e di pratiche per abitare il territorio, arricchendolo. Fattore tempo (urgenza) che impatta sulle relazioni, spesso portando alla chiusura; occorre invece pensare a nuove forme di relazione che rendano più forte la società (concetto di resilienza, presente anche nella rigenerazione). Occorrono risposte alla necessità di indicazioni, di strategia sistemica e di governance, sempre più utili nel mondo di oggi, molto frammentato sia dal punto di vista normativo che per caratteristiche del territorio. Elementi interessanti di questa legge: ruolo regionale di coordinamento, con declinazioni locali affidate ai Comuni; riduzione della fatica (semplificazione e riduzione dei costi) per rendere appetibili le azioni di trasformazione; partecipazione come incentivo al rapporto costruttivo tra pubblico e privato; condivisione delle competenze nel rispetto dei ruoli. Concetto di responsabilità, che si sostanzia nel prendere in carico edifici fatiscenti, con obbligo di decoro legato al possesso. In conclusione, si sta passando dalla gestione del territorio alla manutenzione del nostro ecosistema, sviluppando il sistema di relazioni tra le divere competenze.
Edoardo Croci (Uni Bocconi): lo sviluppo urbano è al centro del dialogo internazionale (Sendai framework - UNDRR, Agenda 2030, Cop21, Habitat III, Agenda urbana europea, con diversi temi chiave) e nazionale (Carta di Bologna 2017, con definizione di temi chiave e relativi indicatori). Modello Green Economy che mette in relazione risorse, resilienza e circolarità, e tema della creazione di valore (economico e finanziario) nella rigenerazione. Funzioni/strutture non più attuali (ad es. industria Vs terziario), sostituendo o ammodernando strutture esistenti e inserendo nuovi servizi (verde, mobilità, scuole etc.). Importanza della regia pubblica (Regione e Comuni), per garantire identità e qualità dei luoghi e coerenza con una visione generale; importanza del ruolo dei privati per le risorse che hanno a disposizione, che tuttavia richiedono ritorni adeguati commisurati ai rischi d’impresa. Esempio di Milano (Lab. SmartCity a UniBocconi) dove diversi grandi investitori internazionali hanno concentrato gli investimenti in città, ma solo in alcune aree più appetibili, con aumento della differenziazione della città, non solo in chiave centro/periferia. Importanza del ruolo pubblico per attrarre gli investimenti privati, sia riducendo i costi che creando nuovo valore per il privato, generando al contempo valore sociale superiore ai costi sostenuti, ad es. con il gettito fiscale nel medio periodo oppure riducendo esternalità negative (quali inquinamento e traffico), o aumentando esternalità positive (qualità urbana, spazi e servizi pubblici). Utile la condivisione del valore sociale tra pubblico e privato, sia favorendo la monetizzazione (anche parziale) del valore sociale creato che condividendo tale valorizzazione (sharing), anche utilizzando tasse di scopo. Riferimento agli edifici intelligenti (convegno in RL sulle smart cities e nuovo campus Bocconi). Aree di creazione di valore: efficientamento energetico (10-15% di bonus medio, fino al 30%) e prossimità del trasporto pubblico e del verde urbano. Esempio dell’High Line di New York (aumenti di valore immobiliare fino a oltre il 200%, caso estremo).
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