Visite tecniche
14 Luglio 2019Che cosa sarà, quindi, MIND? “L’obiettivo è creare un vero e proprio ecosistema dell’innovazione”, spiega Molaioni, “che unisca università, ricerca, imprese, istituzioni, start-up e Terzo Settore”. Il masterplan del futuro distretto, realizzato dallo studio torinese Carlo Ratti Associati, prevede uno sviluppo incentrato sulle quattro grandi “àncore pubbliche”: il centro di ricerca multidisciplinare Human Technopole, finanziato dal governo e già in costruzione accanto al padiglione Palazzo Italia (che fa parte delle strutture permanenti di Expo 2015); la già menzionata Cascina Triulza; il nuovo campus universitario della Statale, in cui saranno trasferite le facoltà scientifiche attualmente in Città Studi; e la nuova struttura ospedaliera dell’IRCCS Galeazzi, anche questa già in costruzione (la data di fine lavori prevista è il 2021).
Le nuove strutture, immerse nel verde e circondate dalle vie d’acqua create per Expo, saranno disposte sulla “griglia” geometrica marcata del Decumano, la strada che taglia tutta l’area da est a ovest, e che dovrebbe diventare il “parco lineare” più grande d’Europa. Nel definire il mix di spazi pubblici, edifici residenziali e per uffici, spazi dedicati al tempo libero e all’intrattenimento, aree verdi e assi di viabilità, sono state seguite sei parole chiave che riassumono l’essenza di ciò che MIND conta di diventare: innovation, destination, community, resilience, shared prosperity, innovation.
“Ci preme che quest’area sia innanzitutto una destinazione”, spiega La Vista. “Un luogo dove le persone vogliano andare, incontrarsi, creare relazioni. In questo modo, MIND avrà anche un impatto positivo sui territori circostanti”. Soprattutto per l’attrattività delle quattro àncore pubbliche, si stima che l’affluenza sul sito sarà tra le 50 e le 70 mila persone al giorno. Per questo, una delle sfide più importanti è quella di garantire l’accessibilità: l’area è densamente infrastrutturata, ma le infrastrutture – specialmente quelle ferroviarie e autostradali – possono rappresentare anche una cesura con il tessuto urbano circostante. Per evitare l’effetto “isolamento” sarà creata una nuova fermata del passante ferroviario, e sono allo studio soluzioni innovative di mobilità interna: queste ultime, coerentemente con lo spirito del progetto, dovranno essere il più possibile ecologiche e “leggere” – micromobilità, sharing, veicoli elettrici e senza pilota. “MIND dovrà essere un living lab, un laboratorio a cielo aperto – prosegue La Vista – per testare non solo tecnologie, ma anche stili di vita e modi di abitare ancora non sperimentati nel resto della città”.
Dopo la spiegazione tecnica, la visita si è spostata sul campo: a bordo di un trenino elettrico, i partecipanti si sono spostati da un capo all’altro del Decumano, per vedere più da vicino le aree in cui sorgeranno le strutture del nuovo distretto – dalla collina mediterranea a Palazzo Italia, passando per l’Albero della Vita e i cantieri del futuro Human Technopole. Qua e là sono ancora visibili alcuni dei padiglioni di Expo 2015 non ancora smantellati – come quello del Nepal, una pagoda dorata di legno intagliato, che sarà smontata a cura di Arexpo e, dopo un’attenta catalogazione di tutti i pezzi di legno, riportato in patria via nave. In attesa che MIND prenda forma, l’area non è comunque abbandonata: dall’estate 2018 ospita infatti eventi come festival musicali o manifestazioni sportive (da ultimo la festa di Radio Deejay e i concerti del Milano Rocks 2019).
TAG: MIND, MILANO, VISITE TECNICHE